Dove.

Non hai smesso un momento di cercarmi nella tua testa. Lo so, dall’ultima volta che ci siamo sentiti, assaggiati, annusati, desiderati così prepotentemente. Da quando non ci siamo più cercati esplicitamente, chiamati apertamente, da quando abbiamo detto basta. Non hai smesso un momento di venire nei miei pensieri, di entrare di forza nei miei desideri nascosti, quelli più forti, più veri. Non hai smesso un momento di farmi entrare nei tuoi, non è vero? Di incontrarci dove non c’è nessuno, dove tutto è sospeso, nel luogo che non c’è, senza tempo, senza giudizi, senza presenze. Dove sei tutto quello che ti fa sentire viva, piena, libera. Dove ci guardiamo in silenzio, dicendoci tutto, comunicando con i corpi, con i piccoli movimenti. Il luogo del tuo desiderio che incontra il mio, lo guarda, lo sente, lo amplifica, lo travolge. Dove mi fai parlare, mi fai chiedere, mi fai domandare; dove vuoi rispondere senza farlo veramente, facendolo fare a me, per poter dire di sì. Vieni, lo so che sei lì, lo so che sei qui, vieni e fatti sentire, fatti prendere tra le braccia, guardale bene, le volevi così, le chiedevi così, su di te. Sulla pelle candida, sul colore chiaro. Vieni a incontrarmi le mani a tenerle strette e poggiartele dove senti un brivido. Prendile per sentirle, sul collo scoperto per questo. Fatti attaccare al corpo il mio calore nudo, il mio desiderio costante. Sentilo su di te, premere, muovere, cercare, esplorare. Il luogo dove le parole esistono per come escono dalla testa, esplicite, dirette, piene della voglia di un momento, senza ritegno. Il luogo dove ti fai chiamare come pensi di non dover fare, dove mi chiami come non credi sia giusto fare. Ma lo fai perché ti esce dalle viscere, dal ventre bollente, dalla pelle impaziente. Il luogo dove mi dai da bere, da mangiare, ti fai succhiare il corpo e l’anima e mi nutri dei tuoi sapori segreti, dei desideri indecenti, dei blocchi emotivi. Fammi entrare nella tua corazza, ammorbidiscila, dammela da scalfire, da usare, da penetrare. Dentro di te, appoggiato, incastrato, con tutti i sorrisi che conosci, con tutta la voglia che sento premere. Il tuo corpo, il mio corpo, il mio cazzo dentro di te, dove dovrebbe stare, nel suo luogo nascosto. Dove ci prendiamo le mani e ci godiamo addosso.

Spingere, fermarsi, ascoltarti, parlarti, spingere, guardarti, sentirti, scoparti.

Spingere, vederti muovere, vederti decidere. Sentire tutto il calore, l’odore, il rumore, le nostre parole, i nostri desideri.

Non smettere, ci troviamo ancora lì. Vero?

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